Quante forme di Depressione!
Probabilmente non tutti sanno che esistono diversi sottotipi di depressione ed è compito dello specialista psichiatra rilevare, durante il colloquio e la visita, quale specifico quadro clinico presenta il paziente.
Questa distinzione tra i diversi tipi di depressione è necessaria per impostare il corretto percorso terapeutico. Sebbene infatti, in tutte le forme depressive sia necessario l’utilizzo di un farmaco antidepressivo, le modalità con cui questo deve essere prescritto variano da situazione a situazione.
In particolare varia la durata del trattamento nella fase acuta, la durata del trattamento nella fase di mantenimento e l’eventuale associazione con altri farmaci necessari per il controllo della sintomatologia presentata dal paziente.
Inoltre alcuni di questi sottotipi di depressione richiedono un intervento farmacologico associato ad un intervento di psicoterapia.
In linea generale la psicoterapia è importante in qualsiasi tipo di situazione depressiva, non tanto allo scopo di controllare la sintomatologia che, come ho detto prima, richiede l’intervento di un farmaco quanto per aiutare il paziente ad elaborare e integrare questa condizione medica che sebbene spaventi molto chi ne soffre, è perfettamente curabile farmacologicamente.
Un’altra valutazione fondamentale che il clinico deve svolgere durante l’incontro con il paziente depresso è la valutazione e la discriminazione di quei quadri clinici che richiedono l’impostazione della terapia farmacologica in regime protetto di ricovero.
Il ricovero rappresenta spesso in queste condizioni un fattore di sollievo per il paziente che viene protetto da un eccesso di stimoli o di richieste della normale vita quotidiana, protettivo anche quando il paziente riferisce propositi autolesivi.
Inoltre in regime di ricovero l’impostazione della terapia farmacologica risulta molto più veloce e il paziente può incontrare il medico tutti i giorni per la valutazione dei dosaggi, dell’evoluzione clinica e degli eventuali effetti collaterali.
Depressione Maggiore
Questa forma depressiva e la più classica, è la vera Depressione, quella che compare anche se non associata ad alcun tipo di problematica nella vita del paziente.
Sebbene si ritenga spesso che la depressione debba essere la conseguenza di eventi di vita difficili o stressanti, la Depressione Maggiore rappresenta invece una patologia che può presentarsi a prescindere da qualsiasi tipo di condizione stressogena.
Solitamente il quadro clinico è molto facile da individuare per lo specialista e la risposta alla terapia farmacologica è normalmente buona.
Spesso in anamnesi famigliare è presente un altro congiunto affetto da Depressione Maggiore.
Depressione psicotica
Questa è una forma specifica di Depressione Maggiore.
In questi casi i sintomi sono molto marcati e compaiono disturbi di tipo psicotico, soprattutto sotto forma di deliri, più raramente anche sotto forma di allucinazioni congrue al tono deflesso dell’umore.
I deliri più frequenti sono quelli di rovina e di colpa o di malattia.
In questi casi è sempre necessario un ricovero e una corretta valutazione della terapia farmacologica che può comprendere un’associazione tra farmaci antidepressivi e farmaci antipsicotici.
Nonostante la gravità del quadro clinico e la comparsa di sintomi importanti quali i disturbi del pensiero o della percezione anche queste forme sono nella stragrande maggioranza dei casi curabili e alla risoluzione del quadro depressivo corrisponde la risoluzione dei sintomi psicotici.
Depressione Reattiva
Per Depressione Reattiva si intende un calo del tono dell’umore accompagnato da altri sintomi rilevabili all’esame clinico che consegue ad un evento di vita triste o stressante.
La depressione reattiva differisce da una normale forma di tristezza o di demoralizzazione legata a situazioni contingenti e va quindi riconosciuta e trattata per evitare che si trasformi in un vero e proprio episodio di Depressione Maggiore. La depressione reattiva può richiedere l’intervento di tipo farmacologico e deve essere sempre associata ad un supporto di psicoterapia per sostenere l’individuo e aiutarlo ad utilizzare in modo finalizzato le sue risorse per far fronte alla situazione che sta vivendo e che lo sta provando.
Depressione post-partum
Questa nota forma di disturbo depressivo esordisce dopo il parto, in un intervallo compreso tra la sesta e la 12ª settimana e può manifestarsi con diversi livelli di gravità.
Si caratterizza per sintomi come tristezza, profonda stanchezza e il timore di non essere in grado di occuparsi del bambino, spesso accompagnati anche da ansia intensa.
Va distinta da un fisiologico calo del tono dell’umore che avviene a breve distanza dal parto e che solitamente si esaurisce nel giro di pochi giorni che viene definito baby blues.
A volte la Depressione post-partum si manifesta in forme molto gravi in cui può essere richiesto un ricovero a difesa della mamma, troppo esposta a richieste, a stimoli e a carenza di sonno dopo la nascita del bambino.
Il temporaneo supporto di altre figure di accudimento è finalizzato anche a non compromettere la normale formazione di un legame di attaccamento equilibrato.
In rari casi estremi i disturbi del pensiero e i comportamenti della mamma possono portare a comportamenti lesivi sul bambino.
La Depressione post-partum richiede sempre un intervento farmacologico anche in questo caso associato ad un supporto di psicoterapia.
Nei casi più gravi è sempre buona norma considerare l’opportunità di un ricovero.
Depressione Bipolare
La Depressione Bipolare rappresenta insieme alla Depressione Maggiore la forma più importante di Disturbo dell’Umore.
In questa forma si alternano episodi depressivi ed episodi di attivazione (mania) durante i quali l’umore può essere euforico, cioè felice, o disforico cioè più incline alla reattività e alla irritabilità.
Tra un episodio depressivo e un episodio di euforia solitamente il paziente sperimenta periodi di benessere definiti eutimia. La ciclicità con cui si presentano gli episodi è variabile da caso a caso. Questa forma va assolutamente trattata farmacologicamente proprio per evitare che gli episodi diventino sempre più frequenti, spesso richiede l’associazione di farmaci antidepressivi con farmaci utilizzati come stabilizzatori del tono dell’umore e nei casi in cui gli episodi siano particolarmente gravi o frequenti richiede un breve periodo di ricovero per valutare la terapia corretta e ristabilizzare l’umore. In regime di ricovero sono anche possibili terapie non farmacologiche che potenziano l’azione dei farmaci e ne velocizzano la risposta clinica.
Depressione mascherata
Nella Depressione mascherata il paziente lamenta, in maniera importante e debilitante, sintomi fisici e malesseri somatici.
Il tono dell’umore solitamente non appare depresso come nella Depressione Maggiore, sebbene ovviamente si evidenzi una demoralizzazione legata al disagio fisico che il paziente sta vivendo.
In tutte le forme di depressione sono presenti sintomi fisici ma nella Depressione mascherata prevalgono nettamente rispetto alla sintomatologia psichica o emotiva.
E’ sempre comunque presente una quota di ansia perché il paziente non riesce a trovare spiegazione dei sintomi che lamenta nonostante diverse visite.
Sono infatti forme depressive difficili da diagnosticare che spesso arrivano l’osservazione dello psichiatra dopo numerose visite specialistiche che non hanno dato alcun esito.
Anche in questi casi la terapia farmacologica è molto importante e si osserva come alla risoluzione del quadro psicopatologico anche i disturbi fisici tendono a risolversi.
Depressione atipica
Un altro sottotipo di depressione è questa forma in cui, a differenza delle forme più tipiche di Depressione Maggiore, i pazienti riferiscono iperfagia, cioè aumento dell’appetito e ipersonnia.
Questi due sintomi sono caratteristici di questa forma di depressione.
Nella Depressione Maggiore è più facile osservare insonnia e anche la riduzione dell’appetito con calo ponderale.
In questa forma, inoltre, è diversa l’alternanza circadiana dei sintomi tipica della Depressione Maggiore, il paziente tende ad avere un umore migliore alla mattina, umore che tende anche a rispondere a stimoli positivi soprattutto di tipo interpersonale.
Nella Depressione Maggiore l’umore tende tipicamente ad essere peggiore alla mattina e a migliorare nelle ore serali e solitamente non si modifica anche in condizioni in cui il paziente riceve stimoli positivi o si trova in compagnia di altre persone.
Un’altra caratteristica tipica di questa forma di depressione è una sensazione di pesantezza e di debolezza soprattutto a braccia e gambe.
Distimia
La Distimia viene anche definita Disturbo Depressivo Persistente in quanto in questa forma il tono dell’umore è cronicamente deflesso e i sintomi durano in modo persistente. A differenza quindi della Depressione Maggiore la Distimia si caratterizza per la presenza di sintomi meno intensi ma molto prolungati nel tempo.
Infatti per poter porre questa diagnosi è necessario che i sintomi siano presenti in maniera persistente e continuativa per almeno due anni nei soggetti adulti, mentre si considera un anno nei bambini e negli adolescenti.
La cura della Distimia deve prevedere l’utilizzo di farmaci associati sempre alla psicoterapia.
Disturbo dell’Adattamento con Umore Depresso
Si parla di Disturbo dell’Adattamento quando in seguito all’esposizione ad un evento stressante il paziente sviluppa una sintomatologia clinicamente significativa che interferisce quindi sul suo funzionamento.
Può avere sfumature improntate ad ansia o ad umore depresso.
Si parla di Disturbo dell’Adattamento con umore depresso quando prevalgono i sintomi legati al calo del tono dell’umore.
In questo disturbo i sintomi sono temporanei e scompaiono entro qualche mese dall’evento scatenante.
Per quanto riguarda l’approccio terapeutico va privilegiata la psicoterapia rimandando l’eventuale terapia farmacologica soltanto nei casi in cui il disturbo permane nel tempo, soprattutto se l’evento stressante è di tipo cronico.
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