Cura Fibromialgia

Fibromialgia, la malattia che non si vede

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Cura Fibromialgia

Definizione e sintomi

La Fibromialgia è una malattia complessa e spesso difficile da diagnosticare, il cui sintomo principale è un dolore cronico generalizzato a livello dei muscoli, associato ad astenia, affaticamento e disturbi del sonno.

Accanto a questi sintomi sempre presenti, i pazienti possono lamentare anche rigidità articolare, soprattutto mattutina, con dolore senza riscontri radiologici di patologia, formicolii e parestesie cioè sensazioni d’intorpidimento alle braccia e alle gambe, cefalea di tipo muscolo-tensivo, che inizia nella zona cervicale e causata dalla contrattura muscolare, scarsa tolleranza al freddo con fenomeno di Reynaud, caratterizzato da disturbi circolatori alle mani e dolori alle dita, colon irritabile, sindrome della vescica irritabile con stimolo continuo e imperioso ad urinare e sindrome delle gambe senza riposo (Restless Legs Syndrome).

Sono inoltre presenti sintomi psichici quali soprattutto depressione e più raramente ansia nonché disturbi cognitivi cioè delle funzioni di concentrazione, attenzione e memoria.

La diagnosi di Fibromialgia può essere fatta soltanto basandosi sull’esame obiettivo del paziente e sulla raccolta dei dati anamnestici riferiti, non essendo presente in questa patologia alcuna alterazione dei dati di laboratorio o degli esami strumentali, che devono comunque essere eseguiti per escludere altre condizioni patologiche.

Fortunatamente l’incidenza della malattia nella popolazione non è alta, circa il 2-3%, con netta prevalenza nel sesso femminile.

L’incidenza di questa malattia è comunque stimata con poca precisione, anche se in questi anni la definizione di chiari criteri di diagnosi sta facilitando notevolmente la possibilità di porre diagnosi corrette e precise.

Si tratta di una condizione morbosa con un rilevante impatto sociale e con costi elevati per il sistema sanitario e pensionistico essendo un frequente motivo di inabilità al lavoro.

La Sindrome Fibromialgica non è una malattia psichiatrica pur presentando una serie di disturbi della spera psichica, è anzi molto importante la corretta diagnosi differenziale tra questa patologia e altre di origine psichica come ad esempio i Disturbi Somatoformi perché la terapia e l’approccio al paziente sono molto diversi.
La Fibromialgia è quindi una malattia reale, non immaginaria che richiede un trattamento specifico, multidisciplinare e a lungo termine.
Nel 1990 l’American College of Rheumatology ha codificato i criteri diagnostici per la Fibromialgia facendo di questa patologia una vera e propria entità nosografica e non una diagnosi di esclusione come in precedenza accadeva.

Eziologia

Le cause della Fibromialgia non sono ancora pienamente comprese, a oggi però si sa che sono implicati diversi fattori: neurologici, ormonali e immunitari.

La malattia è notevolmente peggiorata da situazioni di stress cronico ed è più frequente in soggetti che soffrono di patologie reumatiche autoimmuni.

È anche verosimile una predisposizione genetica in quanto circa il 40% dei pazienti riferisce la presenza tra i famigliari di soggetti con sintomatologia simile.

Gli studi hanno segnalato in questi pazienti una maggiore eccitabilità delle vie nervose che conducono gli stimoli dolorifici e una minore efficacia delle vie che modulano e inibiscono la sensazione algica. Vi sono dati che suggeriscono un importante coinvolgimento dei neuroni e delle vie che utilizzano serotonina, tanto è vero che la terapia con farmaci che ne aumentano la disponibilità è molto efficace. Questo neurotrasmettitore ha un ruolo molto importante sia nella regolazione del tono dell’umore che del sonno e del dolore.
Sono coinvolte anche le endorfine che in questi pazienti sono prodotte maggiormente, è però verosimile una minore  densità recettoriale sulle membrane dei neuroni per queste sostanze, questo potrebbe spiegare come mai gli antidolorifici oppioidi, pur essendo più potenti, in questi pazienti siano meno efficaci degli antiinfiammatori non steroidei.

La malattia non è causata da situazioni di stress ma queste la aggravano molto perché in questi pazienti è coinvolto tutto il Sistema dello stress e cioè l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che pur essendo in uno stato di costante attivazione è nello stesso tempo meno efficace nell’adattarsi e sostenere l’organismo in caso di necessità di risposta a situazioni di stress. Quindi chi soffre di fibromialgia ha un sistema neurovegetativo costantemente iperattivo, come dimostrato dai dosaggi del cortisolo che danno valori superiori alla norma.
Sono costantemente presenti disturbi del sonno i quali probabilmente sono alla base dei dolori muscolari poiché è in alcune fasi specifiche del sonno che sono secreti ormoni deputati alla continua riparazione delle fibre muscolari, come l’ormone della crescita o GH.

La diagnosi non è semplice per l’assenza di dati di laboratorio e per il corredo dei sintomi che possono essere molto variabili, devono sempre essere presenti i tre sintomi cardine, in particolare una storia di dolore muscolo-scheletrico diffuso per almeno tre mesi e la dolorabilità di almeno 11 su 18 punti definiti Tender Points.
Sono stati individuati 18 punti localizzati con precisione sulla superfice del corpo, a livello delle inserzioni muscolo-tendinee e sulle articolazioni, che sono estremamente sensibili alla digitopressione determinando un forte dolore, fenomeno che nei soggetti sani non si rileva.

Trattamento

Essendo una patologia con eziologia multifattoriale la terapia della fibromialgia deve procedere secondo un approccio multidisciplinare, la malattia, infatti, interferisce notevolmente con l’integrità psicofisica di chi ne è affetto e il trattamento deve agire sull’organismo considerato nel suo insieme. Sono necessari trattamenti farmacologici associati a strategie non farmacologiche.

Innanzitutto è di primaria importanza alleviare il dolore, ridurre la stanchezza e ripristinare un sonno corretto e riposante.

Le linee guida al trattamento fanno riferimento all’American Pain Society e anche ad associazioni scientifiche di paesi nord europei, in particolare modo la Germania, dove questa malattia è studiata con particolare attenzione e l’European League Against Rheumatism.

I farmaci consigliati appartengono a diverse categorie:

  • Antidepressivi triciclici e SSRI: agiscono sul sistema serotoninergico e noradrenergico, come l’amitriptilina, la fluoxetina e in particolare la duloxetina che è l’unico antidepressivo approvato dalla American Food and Drugs Administration (FDA) per la cura della Sindrome Fibromialgica. Questi farmaci agiscono migliorando il tono dell’umore, il sonno e l’eventuale ansia. Spesso sono sufficienti dosaggi più bassi rispetto a quelli necessari per la depressione con prescrizioni alla sera, prima di coricarsi per favorire il sonno.
  • Miorilassanti e Anticonvulsivanti: come la ciclobenzaprina e la tizanidina ma soprattutto pregabalin e gabapentin che agiscono sulle contratture muscolari, sul sonno e sull’ansia, diminuiscono la rigidità e la sensibilità al dolore, inoltre alcuni di queste molecole possono influenzare positivamente la qualità del sonno.
  • Antidolorifici: antiinfiammatori non steroidei (FANS) come ibuprofene e naprossene o il tramadolo soprattutto in associazione con il paracetamolo, queste molecole agiscono sulla componente dolorosa della sindrome.
  • Meno consigliati sono invece gli oppioidi in quanto, pur essendo potenti antidolorifici, gli studi indicano una minore efficacia in questa malattia.
  • Milnacipran: è un farmaco prescritto anche per la depressione e approvato per la cura della Fibromialgia negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei, non ancora disponibile in Italia.
  • Magnesio: ha azione calmante sul sistema nervoso neurovegetativo e miorilassante, riduce i crampi, i dolori muscolari e la rigidità.
  • Interventi sullo stile di vita inteso come alimentazione corretta esercizio fisico regolare e riconoscimento delle condizioni di stress evitabili.

Il trattamento non farmacologico deve sempre essere in associazione ai farmaci e comprende la terapia psicologica finalizzata a potenziare le capacità di gestire il dolore e lo stress.

Esercizio fisico, che deve essere molto graduale e mai intenso sebbene continuo.

Molto utili sono anche i programmi anti-stress con l’obiettivo di raggiungere un maggiore stato di rilassamento psico-fisico, migliore ossigenazione e riduzione della tensione muscolare. Le diverse tecniche di rilassamento muscolare e mentale riducono l’eccitabilità del sistema simpatico che è sempre iperattivato in questi pazienti. Queste tecniche inoltre possono agire positivamente sulla qualità del sonno.
Ottima la pratica di esercizi fisici in acqua, quindi in assenza di gravità e con un carico sulle articolazioni e sulla muscolatura più contenuto, anche allo scopo di potenziare la forza fisica.

Qualche studio indica l’efficacia di massoterapia, fisioterapia e balneoterapia in acque termali calde che rilassano la muscolatura riducendo quindi il dolore. Devono essere anche loro graduali e moderate.

Negli ultimi anni sono diversi gli studi che segnalano l’efficacia della Stimolazione  Magnetica Transcranica (TMS), si tratta di un trattamento non invasivo che ha effetti analgesici e viene utilizzato in diverse forme di dolore cronico oltre che nel potenziamento delle terapia antidepressiva nei pazienti che non rispondono sufficientemente ai farmaci.

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