Aspetti psicologici delle malattie infiammatorie croniche intestinali

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ASPETTI PSICOLOGICI DELLE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI

 

Quando si parla di malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI in italiano, in inglese IBD, Infiammatory Bowel Disease) si fa riferimento a due specifiche malattie: la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa. Negli ultimi decenni se ne sente parlare sempre più spesso a causa di un aumento significativo della prevalenza globale che vede circa 7 milioni di malati a livello mondiale. La malattia di Crohn può colpire con distribuzione segmentaria qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, mentre la colite ulcerosa colpisce primariamente la mucosa del retto e può estendersi a parte o tutto il colon in modo continuo. L’infiammazione cronica di queste due patologie causa lesioni ulcerose. I sintomi delle IBD si possono presentare in maniera ciclica, alternando fasi acute a fasi di remissione:

  • Per la malattia di Crohn la diarrea, anche notturna, e il dolore addominale, soprattutto localizzato nella parte inferiore destra dell’addome, sono i sintomi iniziali più frequenti.
  • La rettocolite ulcerosa invece si presenta quasi sempre con diarrea ematica (contenente sangue rosso vivo e muco commisti a feci), anche notturna, associata a tenesmo rettale e urgenza defecatoria.

In poco meno della metà dei casi, inoltre, possono essere presenti manifestazioni extra-intestinali immunomediate come infiammazioni articolari (ad esempio le spondiloartriti), cutanee (ad esempio l’eritema nodoso, il pioderma gangrenoso, la stomatite aftosa, la psoriasi), oculari (ad esempio l’episclerite, la sclerite, l’uveite, l’irite), epatiche (ad esempio la colangite sclerosante primitiva).

 

Le cause delle IBD sono al momento ancora parzialmente conosciute, ma l’ipotesi comune è quella che prevede una reazione immunologica abnorme da parte dell’intestino nei confronti di antigeni, come per esempio batteri costituenti il microbiota intestinale. Queste patologie richiedono l’ausilio di terapia medica e di costante monitoraggio clinico e nei casi più gravi con insorgenza di complicanze è necessario ricorrere anche alla terapia chirurgica.

L’aspetto che rende complicata la vita dei pazienti affetti da queste malattie è quello cronico recidivante, che diventa di significativo impatto nella quotidianità di chi ne soffre. Diversi studi hanno infatti sottolineato come la popolazione affetta dalle IBD abbia un rischio maggiore di sviluppare disturbi della sfera psicologica, come ansia e depressione. Molti pazienti diagnosticati riferiscono, infatti, come la malattia impatti nella loro quotidianità, nelle loro relazioni interpersonali, nella loro vita sessuale, nell’alimentazione e nell’attività lavorativa. “E’ una malattia che non si vede” riferiscono alcuni, che rende difficile comprendere per chi non ne è affetto quanto possa essere invalidante convivere con questa condizione. La fatica che vivono i pazienti affetti da queste malattie è anche quella di trovarsi nella situazione di dover spiegare ad altri (amici, parente e conoscenti) di essere affetti da un disturbo infiammatorio intestinale cronico e di dover spiegare di cosa si tratta e ciò che comporta nelle loro vite. Alcune condizioni conseguenti a questa diagnosi sono la stanchezza cronica, i dolori articolari, la necessità di uso frequente del bagno, il gonfiore e il dolore addominale. Le persone che ne sono affette convivono con questi sintomi quotidianamente e spesso trovano frustrante trovarsi in situazioni che comportano la necessità di dover spiegare a qualcuno cosa significhi vivere con una malattia cronica recidivante, di cui non è ancora stata individuata una cura.

Ansia e stress sono fattori che non determinano lo scaturirsi della patologia, ma possono certamente influire sull’esperienza di chi ne è affetto, innescando un circolo vizioso secondo il quale la loro presenza può peggiorare il manifestarsi dei sintomi e il peggioramento dei sintomi può generare stress a ansia. Per questi motivi, oltre ad un medico specialista gastroenterologo, la maggior parte dei pazienti afferma di avere bisogno anche di uno specialista della salute mentale e di affrontare un percorso di psicoterapia o di supporto.

 

Articolo a cura della dott.ssa Nicoletta Sottile

La dott.ssa Nicoletta Sottile, Psicologa-Psicoterapeuta, si occupa di Psicoterapia ad indirizzo Cognitivo Neuropsicologico, seguendo un approccio ermeneutico fenomenologico, a Milano presso lo Studio Psichiatria Integrata in Piazzale Gorni 6.

Cristina

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