Amore o dipendenza

15 Condivisioni

Amore o dipendenza

Dipendenza affettiva e “amori tossici”.

Quante volte ci capita nello studio di psicoterapia di ascoltare queste parole: “ho bisogno di aiuto perché il mio fidanzato è un narcisista e sono incastrata in una relazione tossica”.

È sufficiente chiedere informazioni ad un motore di ricerca su questi argomenti e troviamo innumerevoli fonti. Sembra quasi che si tratti di una situazione sociale emergente di cui prima non si conosceva l’esistenza o comunque di cui si parlava molto raramente.

In realtà per gli addetti ai lavori queste relazioni malate, in cui si incastrano individui con inclinazioni di dipendenza e di controllo sono sempre esistite.

È però realistico dire che negli ultimi 20-30 anni la situazione è diventata effettivamente una emergenza sociale, dovuta a diversi e complessi fattori che hanno modificato, direi drammaticamente, il nostro modo di vivere, lavorare e relazionarci.

Oggigiorno si assiste ad un notevole aumento di persone che soffrono gravemente per situazioni affettive sbilanciate e disfunzionali.

Lo vediamo nella nostra pratica clinica dove frequentemente lavoriamo con pazienti che chiedono un aiuto in questo senso, così come purtroppo assistiamo ai casi più drammatici in cui questa difficoltà di stare nella relazione sfocia in agiti aggressivi, come purtroppo sappiamo dalle terribili notizie della cronaca.

La dipendenza affettiva è alla base di relazioni che si fondato su un bisogno eccessivo e patologico invece che su una reale scelta di legame e di amore.

Per questo compromette la possibilità di trovare nella relazione con l’altro un soddisfacimento equilibrato del fisiologico bisogno di dipendenza e attaccamento che caratterizza tutti noi esseri viventi, sebbene con le differenze che appartengono alle diverse specie.

Il bisogno di connessione e di appartenenza è assolutamente naturale per l’essere umano, è il modo eccessivo e sofferto in cui viene ricercato cha caratterizza le personalità dipendenti.

Possiamo definirla come una modalità arcaica di stare nelle relazioni affettive. Accanto ad un bisogno morboso, malato, di relazione la persona è profondamente, e spesso inconsciamente, convinta di non meritare amore.

La dipendenza affettiva ha le sue radici nella infanzia, spesso deriva dal tipo di attaccamento che abbiamo sviluppato con le nostre figure genitoriali.

Si tratta di una struttura psicologica derivante da esperienze infantili che non hanno permesso il normale svolgimento dei processi di crescita, di formazione di una adeguata stima di sé, nonché di affermazione individuale, attraverso i quali si raggiunge un equilibrio tra la capacità e la necessità di dipendere ma allo stesso tempo di vivere la propria autonomia emotiva e psichica.

 

I soggetti affetti da dipendenza emotiva hanno avuto attaccamenti ansiosi.

Spesso sono cresciuti con genitori emotivamente poco disponibili, incapaci di sintonizzarsi emotivamente con il bambino o genitori eccessivamente critici e svalutanti.

All’opposto anche figure di accudimento troppo protettive e controllanti non lasciavano spazio alla autonomia del bambino e allo sviluppo di un adeguato valore di sé.

Nella dipendenza affettiva viene sperimentata una profonda paura del rifiuto e dell’abbandono dovuta ad una difficoltà nel riconoscere il proprio valore di individuo.

I pazienti riferiscono una forte angoscia da separazione, l’esistenza della relazione è indispensabile per scongiurare il profondo senso di solitudine e di vuoto.

A volte soltanto la presenza fisica dell’altro permette di sperimentare un senso di tranquillità, di calma interiore e di completezza.

Anche la minima percezione di distanza o di mancanza di attenzione scatena una intensa paura di essere abbandonati.

Per questo motivo chi soffre di dipendenza affettiva tende a sacrificare la soddisfazione dei propri bisogni emotivi, nega le proprie esigenze o desideri nel tentativo di rendersi amabile e indispensabile e quindi di non essere abbandonato.

Spesso questo meccanismo è così radicato che la persona ne è inconsapevole e non si accorge di censurare completamente i propri bisogni e desideri, così come le sue scelte.

Nei casi più drammatici la dipendenza fa sì che la persona accetti e faccia di tutto per mantenere la relazione sebbene venga trascurata, svalutata o abusata, mettendo spesso in pericolo non solo la salute emotiva ma anche la propria incolumità fisica.

La dipendenza affettiva può infatti manifestarsi con diversi livelli di espressione e quindi diverse gradazioni di gravità.

Da situazioni che possono apparire normali e che magari risultano poco sane soltanto all’occhio dello specialista, a situazioni in cui per paura della solitudine si rimane in situazioni frustranti o dove l’amore di coppia è finito da tempo, fino alle condizioni gravissime in cui pur di non perdere l’“amore” si arriva a subire ed accettare situazioni umilianti e di abuso molto gravi.

 

Come uscirne

La psicoterapia è il trattamento indicato e deve lavorare sulla conquista di un valore di sé realistico e non gravemente svalutato, sulla capacità di tollerare la solitudine e il rifiuto, sulla assertività e possibilità di porre dei limiti.

Per arrivare a ciò è necessario diventare consapevoli della propria dipendenza, riconoscere di avere un problema e sviluppare il desiderio di cambiare.

Molto spesso, infatti, durante le sedute di psicoterapia le persone raccontano, dettagliatamente, tutto ciò che l’altro fa nella relazione e che loro si trovano a subire, chiedendo implicitamente al terapeuta una alleanza e un riconoscimento della loro sofferenza e soprattutto il riconoscimento delle loro ragioni.

Misconoscendo quindi il loro contributo nel mantenere l’equilibrio insano della relazione che stanno vivendo.

Per questo è compito del terapeuta aiutare il paziente a riconoscere la propria paura dell’abbandono e della solitudine, l’idealizzazione della relazione come unica fonte di equilibrio emotivo e la bassa autostima.

Nel percorso con il terapeuta il paziente arriverà a sviluppare modi di stare in relazione più evoluti, sani e soddisfacenti, basati su una scelta affettiva vera più che sul soddisfacimento di un bisogno impellente.

Cristina Selvi

Author

view all posts

Lascia un commento

Chiama
Scrivi
Pischiatra Milano Cristina Selvi