Stress lavoro correlato e Burnout

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Che cos’è
Il Burnout può essere definito come uno stato di esaurimento emotivo accompagnato da sintomi di tipo ansioso e depressivo.
Il termine anglosassone Bornout si traduce, infatti, come: bruciato, esaurito, estinto, esausto.

È una condizione patologica che riguarda il fisico e la psiche dovuta al perdurare di condizioni di stress lavorativo che generano un sovraccarico non più tollerabile e gestibile dall’organismo del paziente.

Fino ad alcuni anni fa questo tipo di condizione veniva riferita esclusivamente alle cosiddette professioni di aiuto in cui è richiesto un notevole impegno sul piano interpersonale.
Adesso, soprattutto nel mondo occidentale moderno, il Bornout è molto frequente in contesti professionali che sono caratterizzati da richieste eccessive di performance e di tempo dedicato al lavoro, come ad esempio nel caso di professionisti con ruoli dirigenziali, avvocati in grandi studi associati, medici, turnisti di ogni genere e qualsiasi figura professionale sulla quale vengono riversate pretese eccessive di impegno e di risultato.
I dati emersi dagli studi epidemiologici e dalle osservazioni cliniche segnalano come questa condizione patologica sia in continuo aumento e sia correlata non soltanto con un profondo malessere personale ma anche con costi sociali indiretti molto elevati. Il Burnout, infatti, compromette profondamente la motivazione e la capacità di svolgere il proprio lavoro in modo efficace, causando elevati tassi di assenteismo.

Come si manifesta
Il quadro clinico di un paziente in stato di Burnout è caratterizzato da tensione generale e ansia costante, il pensiero si focalizza ossessivamente e il paziente rimugina su temi inerenti al proprio disagio e al proprio lavoro. Il sonno è invariabilmente disturbato perché i pensieri continui rendono difficile l’addormentamento, il risveglio è precoce e già dai primi minuti compare l’ansia.
È sempre presente il calo del tono dell’umore, variabile nell’intensità secondo la gravità e della durata dello stress che causa la situazione di esaurimento. Molto frequente è la labilità emotiva con episodi di pianto.
Si associa uno stato di profonda demotivazione e spesso anche il timore di recarsi al proprio lavoro.
I pazienti si descrivono come molto stanchi e allo stesso tempo incapaci di rilassarsi.
Anche i professionisti più seri, capaci e stimati possono sperimentare forti sentimenti di paura e d’inadeguatezza e temere o rifiutare nuovi incarichi e nuove responsabilità, con sensi di colpa, di fallimento e rabbia.
Il quadro clinico, se non affrontato in modo adeguato, può esitare nella comparsa di un vero e proprio Disturbo d’Ansia o di Depressione.
Il più delle volte i pazienti lamentano disturbi cognitivi come riduzione della capacità di concentrarsi e della memoria.
Anche a livello fisico possono comparire sintomi quali cefalea, gastrite e ulcere, ipertensione, calo della libido.
Non è raro il tentativo di autocura con abuso di psicofarmaci, alcool o sostanze psicotrope.

Quali sono le Cause
La Sindrome del Burnout è il punto di arrivo di uno stato di stress cronico e di un carico di impegno lavorativo che esubera le capacità del soggetto di farvi fronte a lungo termine.
Avviene quando le condizioni e i ritmi di lavoro non sono commisurati alla persona ma sono maggiormente orientati alla logica del guadagno.
Spesso le gratificazioni professionali, sia economiche sia non, sono scarse ed è presente un alto livello di competizione anche con comportamenti scorretti su un piano interpersonale.
Un altro motivo facilitante la comparsa di Burnout è lo svolgimento del lavoro in ambienti poco adatti, ad esempio bui, rumorosi, malamente climatizzati.
Nel mondo moderno occidentale, soprattutto con la sempre crescente riduzione del personale, la capacità di resistere allo stress e al sovraccarico lavorativo stanno diventando condizioni richieste in modo esplicito durante la selezione del personale. Spesso le persone, prive di valide alternative, non hanno altra possibilità che accettare condizioni di lavoro a lungo termine non compatibili con uno stato di benessere psico-fisico.

Diagnosi
Nella diagnosi di questa condizione è molto importante una valutazione oggettiva dell’ambiente lavorativo, approfondendo sia le questioni che riguardano le mansioni del paziente sia la qualità delle relazioni con i colleghi e con i datori di lavoro.
È anche necessaria un’attenta anamnesi psicologica volta ad approfondire la struttura di personalità del paziente.
Vanno, infatti, ben distinte le situazioni di effettivo Burnout da quelle dovute ad una struttura di personalità in qualche modo fragile, poco flessibile o non sufficientemente dotata di capacità di problem-solving o competenze relazionali.
Questa differenza ha, infatti, una importanza determinante sulla scelta delle strategie di aiuto e di cura.

Terapia
Il medico psichiatra dovrà valutare se e quando sia necessario aiutare il paziente prescrivendo farmaci per controllare la sintomatologia ansioso-depressiva o l’insonnia.
Il più delle volte è utile affiancare alla terapia farmacologica un supporto di psicoterapia mirato ad aiutare il paziente a gestire meglio le sue emozioni e le sue risorse, per fare fronte allo stress o prendere decisioni efficaci in merito al proprio lavoro.
Possono essere consigliati percorsi di pratiche per la gestione dello stress, in particolar modo il protocollo MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) oggi molto utilizzato e praticato in grandi aziende o studi professionali, anche a scopo preventivo.

Cristina

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Pischiatra Milano Cristina Selvi